50 anni fa come oggi il mio babbo, il Ventu, tirava su la serranda del suo negozio. Fin da piccolo a chi gli chiedeva “cosa farai da grande” lui rispondeva l’ottico. Aveva 13 anni quando già prendeva il suo treno, regolarmente senza biglietto in tasca perché i soldi erano pochi ed era importante economizzare, e andava a Cattolica in estate a imparare il mestiere dal suo maestro Cesare Lisotti che non lo pagava ma gli dava vitto e alloggio: anni densi di racconti che ha nel cuore e che da sempre racconta con la stessa emozione di ragazzo. Poi è entrata nella sua vita la mamma, la professoressa di italiano, latino e greco, ma che la cattedra le stava proprio stretta perché lei ragionava in grande e per il babbo ha lasciato la sua strada già tracciata per accompagnarlo in questo suo sogno. E lo ha reso grande: l’ottico di bottega è diventato l’imprenditore sempre attento ai cambiamenti, sempre avanti con i tempi: lui il braccio, lei la mente. Circa 20 anni fa, quando era giunto anche il mio momento di scegliere la mia vita, ho scelto di cambiare la rotta segnata dai miei studi per essere anche io coprotagonista di questa, ai miei occhi, meravigliosa realtà. Questa mattina siamo qui, come ogni giorno, ad aspettare chi da sempre ci ha sostenuto, appoggiato e reso grandi, con il sorriso e con l’entusiasmo necessario, con la speranza nel cuore di poter continuare sempre e per sempre. A te babbo e a te mamma voglio dire “ fiera di voi”. Conosco tutti i sacrifici, uno ad uno, che avete fatto nella vita, ma in ognuno riconosco la forza, la passione e l’entusiasmo che vi contraddistingue. E che mi avete passato, che mi scorre nel sangue, lo stesso sangue vostro.
Elisa Venturi



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